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ricchi, non ricchezza

pubblicato il 1 Gennaio 2019 by
categoria economia

il modello economico del più produci, più persone hanno cose, in poche parole: aumentare la produttività, non funziona veramente. proveniente dal capitalismo, e dalla psicosi di accumulare numeri (denaro), ha creato il consumismo, e ha realizzato soltanto sprechi e magazzini pieni di cose; una quantità di raccolta delle cose prodotte, che attualmente, mettendo a confronto le cose che stanno dentro le abitazioni e nei luoghi di lavoro (le cose inutilizzate), con le cose che stanno nei depositi (magazzini, grossisti e negozi; cose non utilizzate), le cose che stanno nei depositi risultano essere molte di più. inoltre questo sistema racimola e ammucchia l’obsoleto, in confronto a nuovi brevetti e ultimi modelli, con una costante vendita in stock tra industria e grossisti, prezzo a ribasso tra grossisti e negozi, sconti vari tra negozi e clientela. questa procedura malsana (a livello di intera specie umana) non fa altro che alimentare consumi e sprechi.

non dimenticando l’inquinamento aggiunto e il consumo di materie prime aumenta; questi due vanno ad intasare il riciclaggio, aumentano i prezzi delle materie prime, e diminuendo la disponibilità di materie prime. come se non bastasse moltissimi prodotti elaborati, non sono riciclabili, vanno a finire negli inceneritori oppure ammucchiati come indifferenziato.

in tre frasi: se produci per denaro, il risultato è disastroso, non soltanto a livello ambientale.

inoltre, le lotte sindacali nascono a protezione del lavoratore, ber breve tempo funzionano, poi smettono di funzionare con l’aumento dei prezzi e l’utilizzo del minimo sindacale per giustificarsi di rispettare la legge, nonostante la paga sia mantenuta a quel livello; da protezione diventa repressione economica. la tassazione dei ricchi, se andasse ad aumentare le paghe dei poveri, funzionerebbe benissimo, ma non hanno intenzione di applicarla, neppure se insorgono tutti gli operai di una nazione.

per quanto concerne il welfare state…

gli obiettivi perseguiti dal welfare sono fondamentalmente tre: assicurare un tenore di vita minimo a tutti i cittadini; dare sicurezza agli individui e alle famiglie in presenza di eventi naturali ed economici sfavorevoli di vario genere; consentire a tutti i cittadini di usufruire di alcuni servizi fondamentali, quali l’istruzione e la sanità

enciclopedia Treccani: welfare

…che praticamente si traduce in, aiuti per gli svantaggiati, indipendentemente perché svantaggiati; non funziona soltanto se ad “assimilarlo” è una popolazione che segue i ricchi e gli ultra-ricchi nullafacenti, che fingono di lavorare, perché imitando questi, con questo sistema annesso, la popolazione smette di impegnarsi. funziona con popolazioni che hanno una buona cultura, un buono spirito morale e una corretta etica nei confronti con la propria specie. dunque se ne deduce che non si può colpevolizzare un metodo perché la popolazione è cronicamente resa disfunzionale dall’informazione, dalla cultura, e da messaggi subliminali propagandistici, e da se stessa.

cito una semplice vera e reale associazione di idee, attualmente esistente, e penetrante nelle coscienze della popolazione umana che si lascia trascinare dal sistema:

  • il leader religioso (uno qualunque) promette pace e serenità nel presente, e paradiso nel futuro;
  • il leader religioso, non lavora, non si impegna, è pagato e mantenuto dagli altri;
  • il risultato nella coscienza è: fare nulla = pace, serenità, paradiso.

figuriamoci se applico questo ragionamento agli ultra-ricchi che straripano con le loro ideologie, in atto pratico, nella vita ti tutti, tutti i giorni, con le loro decisioni.

questo attuale sistema si basa sui numeri, sul denaro, sulla moneta, e crede di potere in questo modo esprimere l’equazione aurea che risolverà tutti i problemi, eppure come sempre, i problemi rimangono, le crisi avvengono, la povertà e l’ultra-povertà continua a persistere, i disagi crescono; e tutto questo non si nota semplicemente perché in mostra si mettono quelli che non vivono problemi e che hanno un certo grado di ricchezza (il ricco è sempre in mostra, il gossip; l’operaio è in mostra 2 o 3 volte al mese, quando esce in paese nei luoghi d’intrattenimento).

apro una breve parentesi politica:
il comunismo è irrilevante, soprattutto non dimenticando che il comunismo viene sempre surclassato dal capitalismo, dato che il capitalismo è più aggressivo e arrogante. quelli che citano il comunismo, per boicottare le funzionalità di aiuti e sostentamento agli svantaggiati, sono degli illusi oppure degli imbroglioni; e come dire a tutti di non vestirsi più perché i nazisti si vestivano.

il salario reale deve essere legato alla produttività dell’operaio, e si che è possibile, a meno che non esistono persone di bieche intenzioni (ricchi e ultra-ricchi) con annesso (indispensabile) sostegno della popolazione ingenua o proprio idiota. questo legame inoltre deve essere sostenuto dalla sovranità lavorativa:

  • le aziende non devono essere proprietà di chi non lavora veramente;
  • entri in un lavoro, fin tanto che ci lavori devi avere proprietà sovrana del lavoro in parte percentuale equiparata all’impegno e alla produttività;
  • esci dal lavoro (non ci lavori più) scompare la percentuale di proprietà automaticamente e smetti di percepire guadagno da quel lavoro,
  • la sovranità lavorativa, la proprietà del lavoro, inoltre, non possono essere vendute o lucrate in sistemi bancari,
  • il denaro non deve controllare, deve essere controllato;
  • eccetera (è molto più complicato di così)

combattere il ricco significa ostacolare il potere che gestisce in modo egocentrico e opportunista la gestione del lavoro e del commercio. Io promuovo la lotta ai ricchi, non alla ricchezza; perché se non esiste il ricco sono tutti benestanti e nessuno è povero!